Questa boccia è come il cervello umano, tu vedi solo un pesce che rappresenta la coscienza. Il resto dell’acqua in cui non c’è niente rappresenta il subconscio. Quando la coscienza lascia il subconscio, è come un pesce fuor d’acqua. Così sono io. Non posso più vivere.
(Super Me)

Nella sua lettera del 20 Luglio 1938, poi, Freud narra a Stefan Zweig del suo incontro con Salvador Dalì e definisce i surrealisti, “che a quanto pare mi hanno eletto a loro patrono e protettore”, come “assolutamente matti”.
Il tuo collo è una torre d’avorio, i tuoi occhi vasche di Hesebon.
Combatto con il caldo e ho l’impressione di aver messo diversa carne al fuoco, partendo da Super Me, un film cinese di cui in rete si reperisce poco e niente – perlomeno in italiano – ma che sicuramente è arrivato al grande pubblico occidentale, trattandosi di una produzione Netflix e quindi disponibile sulla piattaforma di streaming più in voga degli ultimi anni.
Super Me è un film sui sogni. Ci sono un po’ di film sui sogni che chi è interessato alla tematica dovrebbe sicuramente aver visto: Inception (che non ho mai apprezzato, motivando la cosa più volte su altre pagine), Waking Life di Linklater, L’arte del sogno di Michel Gondry e qualcos’altro. Anche diversi registi che amo, come Lynch, hanno spesso tratto ispirazione dal mondo onirico, potrei continuare la lista a lungo ma non sarebbe questo il punto del discorso. E nel frattempo il mio desiderio di parlarvene fa a pugni con il “nuovo mobilio”, ovvero il fatto che mi trovi in un’ambiente nuovo, con una grafica non ancora messa a punto in un portale registrato da poco.
D’altra parte, anche il protagonista di questo film, Super Me, ha diverse difficoltà nello scrivere, seppur modo diverso. Cinciuncian (scusate, ma non ho nessuna voglia di andare a cercare il nome, niente contro il popolo cinese di cui apprezzo anche le produzioni cinematografiche) da mesi non riesce a dormire: è uno sceneggiatore fallito, che non riesce a procedere nel lavoro commissionato. Risolverà il problema iniziando a sognare in modo particolarmente vivido, rubando oggetti preziosi nei sogni e rivendendoli nella realtà, arricchendosi.
“Non lasciare che i soldi ti definiscano.”
Con il tempo ho imparato ad apprezzare i film in cui il protagonista è un regista, uno scrittore o uno sceneggiatore, poiché in questi si riesce a leggere il procedimento di creazione del film, nascosto tra le righe. All’inizio non ero del tutto convinta su trame del genere, mi sembrava che fossero troppo per addetti ai lavori, dato che lo spettatore comune non riesce a identificarsi completamente in uno scrittore o un regista, e in effetti un po’ è vero.
Personaggi così sono stati spesso utilizzati da registi italiani acclamati e che solitamente seguo: Paolo Sorrentino (La Grande Bellezza, qui Jep Gambardella è un giornalista e scrittore), Nanni Moretti (Il Caimano, Io sono un autarchico, Mia madre), ma anche in certi film un po’ indigeribili di Charlie Kaufman, come Il Ladro di Orchidee (ma anche “Synecdoche, New York” che ancora devo vedere), in cui storie che potrebbero essere godibili vengono appesantite dalle solite turbe psichiche del regista o scrittore – quello vero, fuori dal film – il quale sembra non riesca a dare un capo e una coda al proprio lavoro. Così capisce che la soluzione è parlare proprio di questo, cioè del suo problema. In effetti una scelta un po’ comoda, ma che in ogni caso descrive pur sempre un problema, uno di quelli che capitano ai vivi.

D’altra parte credo sia inevitabile per uno sceneggiatore metterci parte del proprio vissuto, e prima o poi chi scrive si cimenta nella creazione di una storia così.
E poi anche quando una trama è inventata di sana pianta, conoscendone l’autore, si comprende il perché egli abbia fatto determinate scelte e a quale parte della realtà abbia attinto, rendendo indissolubile il legame tra storia e narratore.
Ma quindi, questo film, Super Me è fatto apposta per piacere agli scrittori?
Io non credo. Super Me è in realtà un film “di puro intrattenimento”, volutamente senza troppe pretese, ma che contiene in sé moltissimi temi. Dà moltissimo allo spettatore, pur avendo un abito fantasy che potrebbe farlo apparire superficiale.
Così la pellicola di Chong Zang scorre in modo leggero facendo riflettere sul mondo dei sogni, sull’amore, su quale sia il modo giusto di vivere, sul valore dei soldi (“non lasciare che i soldi ti definiscano”).
Cita Freud, Jung, l’Ego, l’Es, l’inconscio, e chi più ne ha più ne metta.
I più raffinati storceranno il naso, così come quando ci si trova di fronte ad un film o un anime di fantascienza di dubbio gusto, ma qui si ha la sensazione che non tutto sia citato per caso o per fare scena, ma di trovarsi di fronte a un film dotato di una vera profondità. Contiene molte frasi scenografiche, di cui ve ne ho riportata una, quella sulla boccia e l’inconscio, che ricorda quanto sia importante il contenuto onirico per l’essere umano. Il sogno permette di deframmentare le informazioni, così come il disco rigido di un computer ha bisogno di routine di pulizia per tenere in ordine i propri file e mantenere le proprie prestazioni efficienti.
Breve dizionario di psicologia

Poiché in Super Me apparivano vari termini di psicologia, e molti fra questi sono sinonimi, ho pensato di realizzare un breve dizionario delle nozioni più importanti. Un modo per rispolverare le vecchie conoscenze del liceo, ovviamente utili solo per i non addetti ai lavori. A un certo punto la mia parte ingegnere, mentre sfogliavo mattoni di inizio secolo, mi ha chiesto chi me l’ha fatto fare e che utilità ne avrei tratto, ma oramai è fatto e ve lo riporto. Credo sia tutta colpa del Super Ego.
Io, Es, Super Io
Es: anche detto Id, deriva dal pronome in terza persona “esso”. Ne ha parlato per la prima volta Freud, nel saggio “L’Io e l’Es” (1923). L’Es è l’inconscio, mentre l’Io rappresenta la parte razionale e cosciente. Indicandolo con la terza persona si sottolinea come esso si comporti come un’entità separata, costituita da forze ignote e incontrollabili, legate all’istinto. Nell’Es vengono immagazzinati ricordi, in special modo quelli rimossi e può essere alla base di nevrosi, quando esso non agisce in accordo con la parte cosciente (Io ed Es potrebbero desiderare cose diverse). Contiene in sé Eros (pulsione sessuale) e Thanatos (pulsione di morte). Quando si parla di Es, sostanzialmente, si sta parlando di inconscio. Il contenuto dell’inconscio può venire a galla nei sogni, sebbene anche in questi venga effettuata spesso un’operazione di censura da parte di un “censuratore”, il Super Io.
Io: anche detto in tedesco Ich, o Ego. Interfaccia tra mondo interno ed esterno. L’io non è totalmente separato dall’Es ma è in rapporto dinamico, scambia sempre informazioni. L’Io è il rappresentante del mondo esterno. I conflitti tra l’Io e l’ideale rispecchieranno, in ultima analisi, il contrasto tra reale e psichico, fra mondo esterno e mondo interno” (Freud, L’Io e l’Es). L’io è servitore di tre padroni: Es, realtà e Super io.
Super Io o Ideale dell’Io, o Super Ego (Uber Ich): esercita un controllo inconscio sull’io. Si può provare un senso di colpa inconscio. Avvocato del mondo interiore. Ipotetico ideale verso cui il soggetto tende. Deriva dal bagaglio acquisito durante l’infanzia. È un insieme di divieti e comandi. È in grado di frantumare l’Io e modificarlo. Osservabile quando non si compie un’azione che si vorrebbe compiere, attraverso i sentimenti di vergogna e senso di colpa. Durante il sogno la sua attività è ridotta.
Principio di piacere: domina l’Es, cioè l’inconscio. È ciò che spinge l’uomo alla ricerca del piacere e a rifuggire il dolore. Si tratta fondamentalmente di istinto.
Principio di realtà: la parte conscia ubbidisce a questo principio, frenando il principio di piacere. L’Io deve fare i conti con la realtà, essendo influenzato dall’ambiente esterno, dalle convenzioni culturali e sociali, non può perciò agire in modo puramente istintivo in tutte le situazioni.
Teoria delle pulsioni
Questo tema è approfondito nel saggio “Al di là del principio del piacere” – Freud (1920). Si riconosce qui una dualità, fatta di Eros e Thanatos. Il libro anche dovrebbe essere interessante per chi vuole approfondire il sadomasochismo e la coazione a ripetere.
Pulsione di piacere: ovviamente, ciò che porta alla ricerca del piacere.
Pulsione di morte: in pratica l’essere umano potrebbe ricercare, anziché il piacere, esperienze di sofferenza e avere la “coazione a ripetere” i propri stessi errori. Altro non è che energia desessualizzata. Si riferisce al bisogno intrinseco di ogni essere umano di morire.
Eros e Thanatos
Eros: pulsione sessuale. Divinità greca dell’amore.
Thanatos: pulsione distruttiva. Divinità greca della morte, figlio della Notte e fratello gemello di Ipno, il dio del sonno.
Libri sui sogni

Forse il primo libro sui sogni che ho letto è stato Erich Fromm – Il Linguaggio Dimenticato (1983), oramai quasi una ventina d’anni fa, che mi ritrovavo già in casa (Erich Fromm, 1900-1980, le sue teorie seguirono quelle di Freud e Jung). Questo libro è relativamente recente, ma credo che chi sia interessato seriamente ai sogni dovrebbe dare un’occhiata anche a L’Analisi dei Sogni di Jung (1909, Jung era allievo di Freud) e L’interpretazione dei sogni di Freud, probabilmente i due testi di maggiore valore storico.
In poche generazioni, in ogni caso, la teoria sui sogni è stata corretta e raffinata, così come tutta la teoria psicanalitica. Ma le basi, più o meno, sono quelle. Infatti basta leggere anche di poco Freud (vanno benissimo anche altri suoi testi) per avere un’idea del procedimento con cui si interpretano i sogni. Molto formativi, ad esempio, e ricco di esempi d’interpretazione, anche i suoi Casi clinici (1909-1912).

Per quanto riguarda L’analisi dei sogni di Jung, acquistai quest’ultimo libro per un motivo ben preciso: stavo approfondendo la sincronicità, teoria sviluppata nella corrispondenza tra Jung e Pauli (il fisico del famoso principio di esclusione di Pauli). Dell’Interpretazione dei sogni di Freud, invece, ne ho diverse edizioni, in quanto facilmente qui a Napoli si ritrova su bancarelle a prezzi irrisori.
Credo che adesso abbiate capito perché dicevo che da un semplice filmetto ero riuscita a mettere tanta carne al fuoco, ed è proprio questo che mi dà modo di dichiarare quando un film può essere interessante oppure no. Nel momento in cui se ne parla, se si riesce a scrivere, a dire qualcosa, un po’ per forza è valido. Per altri film non si riescono a tirare fuori due righe.
Chiaramente, ogni persona è diversa, e potrebbe vederci nello stesso film cose diverse. Probabilmente questo film è spazzatura per la maggior parte delle persone, eppure, volendo, è in grado di aprire un mondo. Per l’appunto, quello onirico.

Registi e film sui sogni:
Waking Life. Vanilla Sky. L’arte del sogno (Gondry). Inception. Corpo e anima. Sogni (Akira Kurosawa).
Registi che hanno approfondito i sogni: Lynch. Satoshi Kon.
Film da vedere: Lucid Dream, asiatico, Netflix.
Fonti e testi consigliati:
L’analisi dei sogni – Jung
Il Linguaggio Dimenticato – Erich Fromm
Interpretazione dei sogni – Freud
Al di là del principio di piacere – Freud
Casi clinici – Freud
L’Io e l’Es – Freud
Enciclopedia Treccani
Giusto per avere un’idea degli intervalli temporali in questione, e di come si sono evolute le teorie nel tempo, vi riporto le date di nascita e di morte di questi tre diversi autori:
Freud 1856-1939
Jung 1875-1961
Fromm 1900-1980